Sigfrido Ranucci e l’auto esplosa: "Stanotte contro di me salto di qualità"

(Adnkronos) - Sigfrido Ranucci ha "ricostruito con i carabinieri quanto è successo ieri. C’è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l’autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi. Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proiettili". A dirlo il giornalista e conduttore di Report, lasciando gli uffici della Compagnia Carabinieri Trionfale dove ha presentato denuncia in seguito all’esplosione, avvenuta la scorsa notte, che ha distrutto la sua auto parcheggiata davanti casa a Campo Ascolano, comune di Pomezia, alle porte di Roma (VIDEO).

Racconta il giornalista: "Ho sentito un boato tremendo, erano le 22.17. Sono riusciti a sentirlo anche i carabinieri attraverso l’audio di alcune persone, che erano in zona, e che stavano registrando con il telefono in quel momento”.

In merito al rafforzamento del livello di protezione Ranucci conferma il passaggio alla macchina blindata. Chi è stato? “È impossibile dirlo in questo momento: si tratta un contesto abbastanza allargato ed è su quello che sono state fatte le segnalazioni in questi mesi”, spiega il giornalista.

Era un ordigno di almeno un kg quello esploso nella notte davanti casa del giornalista, ha poi riferito lo stesso Ranucci che, verso le due di notte, ha parlato al telefono con il Corriere della Sera: "Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell’esplosione, potevano ammazzarla...". Secondo il conduttore "potrebbe non essere una coincidenza il fatto che pochi giorni fa ho annunciato i temi delle nuove inchieste di Report".

E’ stato lasciato tra due vasi esterni, presumibilmente con la miccia accesa, l’ordigno rudimentale che questa notte è esploso davanti all’abitazione del giornalista. Un ordigno dunque che non sarebbe stato azionato a distanza né con un timer. Gli inquirenti che lavorano alle indagini stanno cercando eventuali telecamere che possano aver ripreso elementi utili a ricostruire chi ha posizionato l’ordigno.

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