Salario minimo: Ricchiuti (Fdi), ’solo bandierina, serve taglio cuneo fiscale’

Roma, 16 ago. (Adnkronos) - “Il salario minimo sta diventando la bandierina da piazzare dalle opposizioni durante l’estate come i classici tormentoni. Prima ancora di parlare di salario minimo è necessario intervenire su altre leve, che non ricadano solo sul datore di lavoro. Il cuneo fiscale in Italia è il quinto più alto tra i 38 Paesi dell’Ocse. Agire sul cuneo, abbassandolo come sta facendo il Governo è il miglior intervento al momento. Il taglio sarebbe stato anche già più consistente se i due maggiori partiti di opposizione non avessero creato voragini nei conti pubblici con i vari bonus edilizi fuori controllo". Lo afferma Lino Ricchiuti, viceresponsabile del dipartimento Imprese e monti produttivi di Fratelli d’Italia.

"Aumentare la retribuzione -spiega- è possibile fino a un certo punto, oltre il quale non è sostenibile. Le piccole aziende stanno soffrendo questo particolare momento storico e un innalzamento del costo del lavoro rischierebbe di escluderle dal mercato e, in ultima istanza, anche determinare ricadute sui livelli occupazionali, proprio ora che con il Governo Meloni si sono raggiunti livelli record su questo fronte. L’introduzione del salario minimo per legge a 9 euro l’ora totalmente a carico del datore di lavoro interesserebbe soprattutto le piccole e micro imprese artigianali e di servizi, in quanto le grandi aziende hanno contratti nazionali che superano tale cifra e se ci sono contratti da fame firmati recentemente, come quelli della vigilanza privata, è il segno del fallimento dei sindacati che provano a lavarsi la coscienza cavalcando l’onda demagogica delle opposizioni".

"Chiedere a Pd e M5S come mai non l’hanno fatto durante i loro governi è inutile, non rispondono, farfugliano. La domanda invece che farei al Pd è: non vi bastano un milione di cessazioni di partite Iva nel decennio con voi al governo? Raddoppiamo? Il problema del lavoro povero c’è -conclude Ricchiuti- e va affrontato, ma senza causare ulteriori cessazioni di attività e proliferazione di lavoro nero”.

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