Roma, 5 ago. (Adnkronos) - "L’ente organizzatore delle Olimpiadi francesi si è occupato di cibo a chilometro zero, di materassi green, di condizionatori d’aria, di fede, religioni e orientamenti sessuali, di spettacolarizzazione eccessiva di qualunque scelta, quasi fosse un set cinematografico, perfino della stravaganza di far nuotare gli atleti nel fango insalubre della Senna. Scontentando proprio tutti, ma soprattutto mortificando gli atleti. Nelle Olimpiadi sono loro i protagonisti e tutta l’organizzazione deve orbitare intorno alle loro necessità. Invece mi sembra siano stati usati come cavie per lanciare messaggi che poco hanno a che fare con lo sport”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli interpellato dai giornalisti in Transatlantico.
“La foto del nostro Thomas Ceccon -ha aggiunto- che dorme sul prato per sfuggire al caldo, la notizia, se confermata, dei primi casi di infezione da Escherichia Coli che hanno portato all’abbandono della staffetta da parte della squadra di nuoto di fondo belga, sono colpi che minano il necessario equilibrio che si deve avere per affrontare questa competizione. Nel caso dell’incontro boxe tra la pugilessa italiana e quella algerina, ci sono organismi sportivi internazionali che dicono clamorosamente cose diverse, la federazione internazionale esclude l’algerina dai campionati del mondo mentre il Cio l’ammette ai Giochi, creando grappoli di polemiche".
“Gli atleti nel momento in cui devono coronare i loro sogni e dare il massimo dopo anni di preparazione - ha osservato Rampelli - si trovano costretti in camere torride, con letti di cartone e materassi in plastica riciclata, a parte la mancanza di cibi proteici e code di un’ora nella mensa o i molteplici rinvii della gara di triathlon nella Senna". "Le Olimpiadi - ha concluso - sono sempre una meravigliosa festa dello sport e ci si accontenta di restare strabiliati davanti alla tv a contemplare ogni gara e a fare il tifo per gli atleti azzurri, ma sarebbe utile che all’atleta in quanto tale venisse riconosciuta la centralità assoluta nell’organizzazione e condizioni ambientali tali da valorizzare le prestazioni per le quali si è sacrificato per anni".