Mo: Tajani, ’necessario cessate il fuoco per soluzione ’due popoli due Stati’’

Roma, 12 ago. (Adnkronos) - Il cessate il fuoco a Gaza per una soluzione "due popoli due Stati, Israele e Palestina". E ristabilire il diritto internazionale, evitare vittime civili, impedire "una escalation che avrebbe esiti drammatici nelle aree coinvolte e, dal punto di vista dello sviluppo economico e della crescita, in tutto il mondo". Questi gli obiettivi del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che, parlando con il Corriere della Sera, si concentra sulla crisi mediorientale e il conflitto tra Russia e Ucraina. Con un occhio comunque "molto attento" alla situazione in Venezuela, che vede coinvolti "nostri connazionali, con e senza doppio passaporto, oggetto di arresti e violenze da parte del governo di Maduro, che deve ancora dimostrare di aver vinto le elezioni".

Nell’intervista, Tajani risponde alle critiche dell’opposizione: "Ancora non si è capito quale posizione abbiano - afferma il ministro - Ognuno dice cose diverse, ognuno si muove per conto proprio. La nostra linea è molto chiara. Chiediamo con forza ad Israele — che ha il diritto di difendersi, come abbiamo sempre detto — di interrompere attacchi che portano ad un numero altissimo di vittime civili, il che è in contrasto con il diritto internazionale. C’è un percorso in atto, ci sono mediazioni, siamo contrari ad ogni atto che alzi ulteriormente la tensione e coinvolga innocenti. È l’ora del cessate il fuoco, come ha appena detto anche Biden, non è troppo tardi".

"Oltre alla diplomazia - prosegue - al piano Food for Gaza , con l’obiettivo dei due popoli due Stati, siamo pronti ad offrire le nostre forze, a partire dai carabinieri per cui già abbiamo avuto richieste di disponibilità, per una missione di controllo della costruzione dello Stato palestinese, guidata dai Paesi arabi. Naturalmente, in collaborazione con Israele che ha pieno diritto di esistere e con l’Anp, che è il nostro interlocutore ed è internazionalmente riconosciuto, non certo con Hamas". I rischi, se la situazione deflagrasse, sarebbero "enormi, e infatti siamo già impegnati anche nella missione Aspides per proteggere il commercio in Mar Rosso. L’economia è stata fortemente toccata da queste crisi, si sono alzati i prezzi delle materie prime, c’è stata forte inflazione, ma anche una crescita molto più contenuta di quanto sarebbe potuta essere. Anche per questo chiediamo alla Bce di non fare più solo da guardiano del rigore — visto che anche il Paese che su questo più aveva battuto, la Germania, ha problemi di crescita — ma di spingere l’economia, alimentarla, abbassando in maniera decisa i tassi di interesse e venendo incontro ai bisogni delle imprese".

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