Roma, 30 lug. - (Adnkronos) - Il Piano d’azione in tre anni siglato da Italia e Cina a Pechino "è un approccio alternativo alla Via della Seta. Io ho sempre detto che non condividevo l’ingresso italiano nella Via della Seta, la mia è stata una scelta di coerenza, ho sempre detto che la presenza italiana nella Via della Seta non era l’unico modo per avere rapporti e anche per far crescere le nostre relazioni con la Cina". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un punto stampa a Pechino, in cui si dichiara "molto soddisfatta" della missione in Cina, che ora la sta portando a Shanghai.
"Del resto, come ho raccontato tante volte - ha aggiunto - noi eravamo l’unica nazione tra le grandi nazioni dell’Europa occidentale a far parte della Via della Seta, ma non eravamo la nazione che aveva il migliore interscambio con la Cina, tutt’altro. Ci sono altre nazioni dell’Europa, tra le principali nazioni europee, che hanno un volume di investimenti cinesi che è molto più alto. Ho sempre detto che si poteva uscire dalla Via della Seta e nello stesso momento ricostruire un rapporto di collaborazione più intensa con la Cina ed è esattamente quello che ho fatto".
"Volevamo anche - ha rimarcato - che fosse una visita con dei risultati concreti, quei risultati ci sono stati: c’è stata la firma di un piano d’azione triennale e la firma di sei intese su materie per noi molto importanti che vanno dalla cooperazione industriale alla tutela delle indicazioni geografiche, la sicurezza alimentare, le materie ambientali, l’istruzione, quindi abbiamo voluto dare anche degli obiettivi concreti". Gli obiettivi principali del governo sono "rafforzare la nostra cooperazione ma farlo in un’ottica di riequilibrio, riequilibrio della bilancia commerciale, c’è un importante disavanzo per l’Italia che è andato crescendo negli anni, e in tema di investimenti esteri diretti. Oggi gli investimenti italiani in Cina sono circa tre volte tanto quelli cinesi in Italia. Noi vogliamo chiaramente lavorare per rimuovere gli ostacoli relativi alla possibilità dei nostri prodotti di accedere al mercato cinese e chiaramente garantire parità di trattamento per le nostre imprese. C’è da questo punto di vista ampia convergenza e disponibilità".