(Adnkronos) - Dopo una prima diffida da parte di Ines, tramite i suoi legali coordinati dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, la commissione medica della Asl "ha visitato la donna due volte, senza fornire la valutazione sulla sussistenza delle condizioni e le modalità per procedere, incluso il parere del comitato etico competente". Così, qualche giorno fa la 51enne ha diffidato nuovamente l’azienda sanitaria e la Asl "ha risposto prendendo tempo e comunicando che la relazione medica è stata inviata al comitato etico" si legge nella nota.
Ines era in possesso di tutti i requisiti previsti dalla sentenza della Corte costituzionale, ma ha comunque deciso di andare in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria "perché ormai le proprie sofferenze erano divenute tanto insopportabili da renderle impossibile attendere ancora altro tempo". Nonostante il suicidio medicalmente assistito sia legale in Italia a determinate condizioni, il Servizio sanitario "non garantisce tempi certi per effettuare le opportune verifiche. Molti pazienti rimangono in attesa di Asl e comitati etici territoriali che, per verificare le condizioni e le modalità, possono impiegare anche mesi. Un tempo che molte persone malate con sofferenze intollerabili non hanno".
Per questo l’associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna ’Liberi subito’ con una raccolta firme per una proposta di legge regionale che garantisca il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti per giungere a una risposta da parte del Servizio sanitario. Oggi a Milano - ore 16.30 in piazza Città di Lombardia al Talent garden - è prevista una conferenza stampa dove interverrà il tesoriere dell’associazione Marco Cappato, i due attivisti che hanno accompagnato Ines in Svizzera e in collegamento Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni.