Roma, 8 ago. (Adnkronos) - “I dati dell’Istituto Copernicus sul clima sono inequivocabili: la temperatura media globale negli ultimi 12 mesi è la più alta mai registrata, la Terra ha appena sperimentato i suoi due giorni più bollenti (il 23 e il 24 luglio) ed è sempre più probabile che il 2024 sarà l’anno più caldo della storia. Di fronte all’evidenza scientifica e alla crisi climatica che sta causando danni drammatici nel nostro Paese, con le alluvioni al Nord e la siccità al sud, ribadiamo per l’ennesima volta che il consiglio dei ministri deve urgentemente dichiarare lo stato di crisi climatica per affrontare adeguatamente questa crisi senza precedenti e metta in atto le politiche necessarie, a partire da quelle energetiche”. Così in una nota deputato di Avs, Angelo Bonelli.
"Gli ultimi dati resi noti dal servizio europeo Copernicus rafforzano ulteriormente la necessità di un’azione urgente. Luglio 2024 si è classificato come il secondo luglio più caldo mai registrato e il secondo mese più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 16,91 gradi centigradi, ossia 0,68 gradi in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Questo dato - prosegue - è inferiore di soli 0,04 gradi rispetto al record massimo stabilito a luglio 2023. Inoltre, è stato registrato un aumento complessivo di 1,48 gradi rispetto alla media del periodo preindustriale 1850-1900. In più, negli ultimi 12 mesi, la temperatura media globale è stata di 0,76 gradi superiore alla media 1991-2020 e di 1,64 gradi al di sopra della media preindustriale".
"È altamente improbabile che la temperatura globale scenda abbastanza nei mesi rimanenti del 2024 da evitare che quest’anno diventi il più caldo mai registrato, come sottolineano gli esperti di Copernicus. Questi dati confermano ulteriormente l’urgenza di dichiarare lo stato di crisi climatica d a parte del governo Meloni e di attuare politiche energetiche e climatiche che possano affrontare con decisione l’emergenza in corso. Invito la premier Meloni a cessare la guerra ideologica contro le politiche sul clima perché la crisi climatica è ormai una questione di sicurezza nazionale", conclude.